Un’altra idea di mondo

In un’epoca segnata da crisi globali - guerre, cambiamenti climatici, dominio delle multinazionali sul cibo e accelerazione tecnologica che confonde comodità con felicità - emerge una voce fuori dal coro: è quella del Documento di Roma, Un’Altra Idea di Mondo, approvato dall’Assemblea Nazionale dei soci di Slow Food Italia l’11 e 12 luglio scorso presso la sede della FAO.
Attraverso un mosaico di riflessioni associative e citazioni intellettuali - da Alex Langer a Carlo Petrini, da Papa Francesco a Donna Haraway, passando per Italo Calvino e Rachel Carson - questo testo non è solo un manifesto, ma una “cassetta degli attrezzi” per ridisegnare il nostro rapporto con la Terra, il cibo e noi stessi.

Il Documento di Roma rappresenta quarant'anni di riflessione distillati in una visione che parte dal piatto per abbracciare l'intero pianeta, dalle relazioni umane agli ecosistemi, dalla politica alla cultura.
È un invito a unirsi a Slow Food non come semplici consumatori ma come protagonisti attivi di un cambiamento necessario e possibile.
Il documento radica le sue origini nel Manifesto di Slow Food degli anni Ottanta, che denunciava il “virus della velocità” come frenesia alienante, proponendo la lentezza come via al piacere autentico.

Vent’anni dopo, Terra Madre ha elevato le comunità contadine a protagoniste, interpretando la globalizzazione non come uniformità, ma come rete di diversità ambientali e sociali.
Oggi, di fronte a un mondo in bilico – autoritarismi rampanti, intelligenza artificiale che promette salvezza ma erode il pensiero critico, sistema alimentare concentrato in poche mani – Slow Food riafferma la sua missione: salvaguardare la biodiversità come “faro” per l’adattamento e la sopravvivenza umana.
Non si tratta di nostalgia, ma di utopia concreta: riconoscere i limiti senza spegnere l’immaginazione, la gioia e il desiderio di un “altro mondo”.
pizza-(1).png
Verso un nuovo umanesimo
Il documento identifica nel consumismo una forza più pervasiva di qualunque totalitarismo. Il suo potere sta nel veicolare l'adesione al mercato del superfluo come forma di realizzazione individuale, come massima espressione di libertà.
La frenesia del consumo compulsivo non ha alcun rapporto con i reali bisogni degli esseri umani.
Come scriveva Goffredo Parise già nel 1974, la povertà intesa come rifiuto della "robaccia" e capacità di assaporare le cose semplici - il pane, l'olio, il pomodoro - rappresenta una forma di educazione elementare ormai perduta.

Il consumismo agisce sull'immaginario collettivo, annullando differenze e identità culturali per costruire una massa di consumatori che si somigliano.
Il risultato è un degrado planetario che produce malessere, malattia, ingiustizia e infelicità.
Citando Italo Calvino: "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui".
Ma Calvino ci indica anche la via: "cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio".
Per uscire dal miope antropocentrismo serve un nuovo umanesimo fondato sull'ecologia integrale, che ci ricordi di essere animali tra gli animali, fatti quasi totalmente di acqua, dipendenti dalle piante per l'ossigeno e dalla terra per il cibo.

Come scrive Papa Francesco nell'enciclica Laudato si', un'ecologia integrale è fatta di semplici gesti quotidiani che spezzano la logica della violenza, dello sfruttamento e dell'egoismo.
pasta.png
La cassetta degli attrezzi per un altro mondo
Il cuore del documento è la sezione che delinea gli strumenti per “leggere la realtà” attraverso lenti nuove.
Al centro, il cibo, da cui “tutto prende vita”: non merce, ma ponte verso la terra, il suolo, l’acqua, la biodiversità.
È cultura, piacere sensuale, lingua universale per empatia e accoglienza.
Attraverso il cibo, si scambiano idee, si celebrano diversità, si combatte l’omologazione.
Spazio, poi, alla biodiversità, che non è solo diversità biologica ma anche ricchezza sociale e culturale. Include lingue, saperi, valori, musica, arte.
Metterla al centro significa educarsi ad accogliere ogni diversità come ricchezza, difendere il diritto di selezionare e scambiare semi, tutelare le minoranze.
La Costituzione italiana stessa, modificata nel 2022, riconosce questa importanza tutelando "l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni".
L'approccio agroecologico propone un sistema agricolo basato sull'armonia tra attività umane e ambiente, integrando agricoltura e allevamento in modo sostenibile e circolare.

Il documento propone di superare i confini nazionali e amministrativi per adottare gli ecosistemi come nuove geografie.
Le terre alte, marginalizzate ma ricche di risorse essenziali come acqua pulita e biodiversità.
Le terre basse, sfruttate dalle monocolture ma dove si gioca la sfida della rigenerazione.
Le terre d'acqua, ecosistemi cruciali ma compromessi.
Le aree urbane, dove riavvicinare città e campagna.
Le comunità sono i veri agenti del cambiamento: basate su collaborazione, fiducia, partecipazione.
La bellezza infonde tensione e significato ai gesti quotidiani; il lavoro riacquista valore emancipatorio nell’artigianalità, integrando tecnologia senza schiavizzarla.
Il femminile emerge come energia unificante, dal latte materno agli ecosistemi, opponendosi a discriminazioni maschili su viventi e risorse.

Bambini e giovani sono al centro: lo sguardo della meraviglia per i primi, la trasmissione di valori e saperi per i secondi, garantendo un futuro inclusivo.
mandolin.png
L'impegno di Slow Food
Il documento si conclude con impegni precisi che Slow Food Italia si assume in tutte le sue espressioni:
• Difendere il diritto a un cibo buono, pulito e giusto per tutti, sostenendo chi produce nel rispetto dell'ambiente e pretendendo per ognuno una vita di pace e prosperità.
• Difendere il diritto al piacere, prendersi cura di sé e degli altri, condividere e godere della bellezza.
• Difendere il diritto alla lentezza, riconquistando spazi e tempi in cui agire.
• Difendere il diritto al pensiero e alla memoria, superando l'uso compulsivo della tecnologia per vivere con consapevolezza.
• Difendere la Natura perché, come afferma il documento in modo cristallino: "Noi Siamo Natura".
Il Documento di Roma non è un manifesto nostalgico né una dichiarazione di resa.

È un invito a unirsi a una "rivoluzione gioiosa" in cui essere sempre di più a credere che "noi non consumiamo, noi scegliamo".
Attraverso progetti come l'Arca del Gusto, i Presìdi Slow Food, l'Alleanza dei cuochi, gli orti, i Mercati della Terra e gli eventi come Terra Madre, Cheese e Slow Wine Fair, Slow Food costruisce concretamente questa alternativa, come un invito a rallentare, ad abbassare la pressione sulla biosfera, ad attenuare ogni forma di violenza.
Un invito a riscoprire e praticare il limite non come privazione ma come opportunità.
Un invito, in definitiva, a costruire insieme un'Altra Idea di Mondo, perché - come ci ricorda la poesia di Emily Dickinson – “la Natura è tutto ciò che vediamo, udiamo e conosciamo, nella sua semplicità che rende impotente la nostra sapienza”.
 
Se vuoi far parte anche tu di questo cambiamento, unisciti a Slow Food: basta andare sul sito web soci.slowfood.it
mandolin.png
autore.jpg

a cura di Slow Food Italia
 www.slowfood.it

Un’altra idea di mondo

In un’epoca segnata da crisi globali - guerre, cambiamenti climatici, dominio delle...

SIRHA BAKE & SNACK 2026 : L’IMPERDIBILE APPUNTAMENTO DELLA BAKERY FRANCESE

Da domenica 18 a mercoledì 21 gennaio 2026, Sirha Bake & Snack ospiterà oltre 450...

Le altre farine

La storia gastronomica del nostro Paese è contrassegnata spesso da ricette che...

Pizza (re)connection

Giusy Ferraina racconta il suo primo libro con Antonio Puzzi. E così hai scritto un...

A tavola con Casanova

Si celebrano quest’anno i 300 anni dalla nascita di Giacomo Casanova (1725-1798), il...