Rosso come il riscatto

Quando il pomodoro è più che buono

Siciliano di Catania, città che ha dato i natali alla “pasta alla Norma” e dove regnano l’arancino, la granita e la Scacciata, Marco D’Arrigo con la sua terra ha un forte legame e lo si capisce subito ascoltando i suoi racconti: da quelli della cucina della mamma a quelli delle giornate passate al mare a pescare o in campagna, dalla bellezza ai sapori con cui è cresciuto e con cui ogni giorno convive. Marco D’Arrigo, pizzaiolo di “Al Vicolo Pizza&Vino” fa parte di quella generazione che riscopre la tradizione e la vuole trasportare nel futuro. «Per me la tradizione è tutto e per questo cerco di portare la tradizione nelle mie pizze: è una sfida fondamentale, un impegno che ho preso con me stesso». Ed è proprio con l’amore per la Sicilia e le sue tradizioni che Marco nel 2023 vince l’ottava edizione di MasterPizza Champion, ritagliandosi negli ultimi due anni una sfera di attività di successo e una buona dose di visibilità.
 
Marco, nonostante la giovane età, ha alle spalle un percorso variegato in cui la voglia di provarci e riuscire, accompagnata dallo studio, lo hanno fatto crescere. Da piccolo imprenditore e pizzaiolo autodidatta, oggi fa parte del progetto di “Al Vicolo Pizza&Vino” che possiamo definire a tutti gli effetti un progetto di riqualificazione urbana e di valorizzazione. Ci siamo fatti raccontare un po’ di lui e ovviamente della sua pizza.
 
Marco, quando inizia il tuo rapporto con la pizza?
Fin da piccolo, ero un vero mangione di pizza. Mia madre era una cuoca straordinaria e preparava una pizza in teglia che ti segna (soprattutto se scegli di fare il pizzaiolo). Tredici anni fa ho avuto la fortuna (e sfortuna) di incontrare un forno a legna, di quelli usati per il pane e, senza grandi conoscenze, decido di rimetterlo in funzione. All’inizio, mi facevo preparare i panetti per la pizza da un forno amico, poi, vedendo che la cosa funzionava, decido di lavorare anche sull’impasto e mi metto a studiare. Sono da sempre un autodidatta e, col tempo, la cosa è diventata sempre più interessante e appassionante. Poi, è arrivata una chiamata da Lucio Ferlito di “Al Vicolo Pizza & Vino”, ho lasciato il locale che avevo e ho iniziato un percorso nuovo, interamente dedicato alla pizza. Nei primi tre anni, mi sono dedicato alle farciture; poi, ho iniziato a mettere le mani in pasta e a fare le pizze e qui ho scoperto (non solo io) di avere una certa dote, un talento naturale.
 
Cos’è per te la pizza? Cosa rappresenta?
Per me la pizza è come un quadro per un pittore: riflette ciò che sei. In ogni impasto, in ogni farcitura, ci metto tutto me stesso. Se sai davvero leggerla, una pizza può raccontarti la personalità di chi l’ha creata. È espressione di cultura, di territorio, di popolo.
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Nel 2023, vinci il talent “MasterPizza Champion”: come è nata l’idea di partecipare a questo programma e cosa ti ha portato questa vittoria?
Premetto che non avevo mai partecipato a nessuna gara, a parte il Campionato Mondiale della Pizza a Parma, dove il mio titolare organizzava un team. Una sera, mentre scorrevo Instagram, vedo la presentazione di questo programma e, d’istinto, mi iscrivo tramite un contest online. Ero ignaro delle dinamiche e, rispetto ad altri concorrenti che tornavano da edizioni precedenti, io ero lì per giocare, per fare esperienza. E, con questa leggerezza mi ritrovo a passare le varie fasi, arrivare alla finale e vincerla, quasi senza crederci. Dopo 13 anni di lavoro, quella è stata una soddisfazione personale immensa. All’inizio, vieni travolto dall’adrenalina: ti chiamano, ti cercano, ti invitano… Ma poi, una volta passata la “bolla”, capisci che è il momento di prendere una direzione precisa e oggi mi riconosco totalmente nel mio lavoro e, nella mia città, oltre ad aver sposato il progetto del Pizzaiolo del Cambiamento de “Le 5 Stagioni” e ad essere diventato anche ambassador per la Sicilia di “Moretti Forni”.
 
È venuto il momento di parlare della tua pizza. Ci racconti qualcosa del tuo impasto e che tipologia di pizza fai?
“Al Vicolo” ha la particolarità di essere un marchio che ingloba più realtà, tutte lungo la stessa strada. Dalla pizzeria classica alla bakery, decliniamo la pizza nelle sue diverse forme: classica, padellino, trancio, pizza in pala, con cui mi diverto molto e anche la versione senza glutine. La mia è una pizza di ispirazione contemporanea ma molto più asciutta, non gommosa e con un morso croccante. Lavoro con grani autoctoni come la Tumminia ma anche farine multicereali, il kamut e, per la pizza classica, lavoro i miei impasti con la semola, proprio come vuole la tradizione siciliana e, in particolare, catanese dove la pizza si fa con un 50% di semola e il resto tipo 0 e 00.
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Per quanto riguarda i topping, ti ritieni un “classico” o un innovatore?
Caratterialmente sono o bianco o nero ma, in questo caso, scelgo di stare al centro e di lavorare con le sfumature. L’ispirazione la prendo dalla tradizione, sono molto legato al territorio e alle ricette di casa e ai piatti e prodotti tipici, che amo far rivivere sulle mie pizze. Come la pizza con la caponata, con la Vastedda del Belice, nocciole tostate e cioccolato di Modica per dare un tocco creativo. Anche le pizze con cui ho vinto la finale di “Masterpizza Champion” erano un omaggio alla mia Sicilia: un padellino al cannolo siciliano con impasto al cioccolato, nocciole e pistacchio, asciugato a bocca di forno, poi farcito con ricotta di pecora e granella di pistacchio e nocciole o l’altra pizza con verdure, esclusivamente del mio territorio, che ho chiamato “Terra senza spreco”, per raccontare l’importanza di valorizzare ciò che la terra offre senza scarti.
 
Qual è la tua pizza preferita?
La Capricciosa: per me è quella combinazione di sapori e odori perfetta che rappresentano di più la mia idea di pizza.
 
Da anni la tua casa professionale è “Al Vicolo Pizza&Vino”: mi racconti la storia che c’è intorno a questo luogo? Possiamo parlare di riqualificazione urbana e di valorizzazione?
“Al Vicolo Pizza&Vino” rappresenta la scommessa più grande di un pizzaiolo imprenditore, Lucio Ferlito, che ristruttura una vecchia lavanderia in un piccolo vicolo, senza illuminazione, del centro storico di Catania, non distante dall’anfiteatro romano, uno dei simboli della città etnea. Grazie alla caparbietà di Lucio e alla pizza formato gigante che aveva pensato e con cui ha saputo conquistare Catania, ora “Al Vicolo Pizza&Vino” (che era un piccolo spazio con una ventina di posti a sedere) è diventato una realtà imprenditoriale innovativa, un gruppo che comprende “Vinicolo Hub”, una bakery, la pizzeria, il ristorante, un cocktail bar e di cui sono orgoglioso di far parte. Come hai ben detto, è stato un grande progetto di riqualificazione urbana: attraverso il cibo e la pizza, quel vicolo di Catania ha trovato nuova forma e nuova vita ed è un punto di riferimento per turisti e per gli stessi catanesi.
 
Guardando il menu di “Al Vicolo Pizza&Vino”, tutte le pizze in carta hanno i nomi delle vie di Catania, disegnando una sorta di “Tuttocittà gastronomico”: come mai questo omaggio?
Una cosa pensata fin dagli esordi, sicuramente un modo per distinguerci dalle altre pizzerie ma anche un tributo ad una città che abbiamo nel cuore. Abbiamo creato così una mappa del gusto dove ogni pizza non è solo qualcosa da mangiare, ma anche un posto da vedere e da scoprire.
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di Giusy Ferraina

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