Civico 25 è una pizzeria ma è anche un laboratorio umano e sociale. Com’è lavorare ogni giorno con ragazzi così speciali e vedere crescere il loro impegno e la loro autonomia? Immagino che ci siano anche tanti momenti pieni di sorrisi.
È un’esperienza che ti cambia. Vedere i ragazzi imparare, migliorare, superare piccoli ostacoli ogni giorno è qualcosa che non ha prezzo. Lavorare con loro significa vedere la bellezza nella lentezza, nella cura, nei gesti che altri darebbero per scontati. E sì, ci sono tantissimi sorrisi. Sinceri, contagiosi, profondi. Ci sono abbracci spontanei, risate inaspettate e una gioia che ti resta addosso anche quando esci dalla cucina.
C’è qualche pizza alla quale sei particolarmente legato e magari ritieni rappresentativa di questa bella realtà? Raccontamene un paio.
La Fratellanza è una delle pizze simbolo: zucca, speck croccante e provola affumicata. Dolce e salato insieme, come le emozioni che viviamo qui dentro. È un abbraccio di sapori diversi, che insieme raccontano la nostra squadra. Un’altra è la Semplice Meraviglia: una margherita rivisitata con pomodorini del piennolo, basilico fresco e mozzarella di bufala. La scegliamo spesso per rappresentarci, perché dietro la sua semplicità si nasconde una cura infinita. Come le cose fatte con amore.
Com’è stata accolta dal pubblico la tua idea di dare spazio ai ragazzi disabili?
All’inizio c’era un po’ di curiosità, in qualcuno forse anche un po’ di scetticismo. Ma poi sono arrivati i sorrisi, le strette di mano, gli occhi lucidi dei clienti. La risposta più bella è l’affetto che riceviamo ogni giorno. Le persone tornano, portano amici, parlano di noi. Perché capiscono che qui non si mangia solo una pizza buona ma si respira un’umanità vera. E, quando un cliente si ferma a ringraziare uno dei nostri ragazzi per il servizio o lo chiama per nome… ecco, in quel momento capisco che Civico 25 sta davvero cambiando qualcosa.