Street food
Tra contaminazione e innovazione
In queste pagine di Pizza e Pasta Italiana il tema della cucina di strada è stato già affrontato in diverse occasioni con approfondimenti e inserimenti trasversali che riguardavano la pizza. Se si parte dal presupposto che buona parte della cucina regionale ha nella sue tradizioni piatti e ricette da consumare durante le festività paesane (dagli arrosticini, alle olive ascolane, ai folpetti, al panino con lampredotto) o nella vita di tutti i giorni (la focaccia pugliese, la pizza romana con la mortazza e ovviamente la pizza napoletana), si capisce come quella del cibo di strada (o se si preferisce Street Food) sia una tradizione profondamente radicata nel territorio italiano. Non c’è da stupirsi quindi se si assiste in questi ultimi anni ad un boom di “Street food Festival” in tante località turistiche dello stivale, dove tanti truck dotati di cucine attrezzate per qualsiasi proposta offrono piatti locali e non solo, a prezzi più o meno economici. La domanda cresce e l’offerta si diversifica, con pizzaioli che reinventano le pizze o le focacce - vedi Trapizzino a Roma – oppure con chef stellati che aprono locali ad hoc dove si servono pietanze da mangiare con le mani – è il caso di Bomba a Milano, aperto l’anno scorso da Niko Romito -. Un’evoluzione continua che da una parte re interpreta alcuni classici della cucina, unendo per esempio delle specialità regionali apparentemente diversissime tra loro.