PIZZA E PASTA ITALIANA

Dal 1989

Mensile di Pizza, Pasta, Enogastronomia e Cultura

Pizza e Pasta italiana

La rivista nata nel 1989, è la più conosciuta al mondo nel settore specifico e più generalmente nel settore Ristorazione con pizza e Ristorazione classica. Oltre 25 anni di editoria specializzata per operatori del settore. Sfoglia la rivista online: tutto quello che succede nel mondo pizza, e non solo, viene riportato con precisi reportage, rubriche e redazionali.

Editoriale del Mese

Caro 2025,
sei stato un anno complicato, lasciamelo dire. Ho come l’impressione che tu abbia trascinato questo mondo nella condizione in cui si trova il brodo in una pentola a pressione. Un brodo con tante carni diverse, di qualità diverse, di frollature diverse. Un brodo che sta cuocendo a fuoco vivace ma senza nessuno che ne governi davvero la cottura e che sappia dirci quando è il momento di spegnere la fiamma, prima che il blocco leva si spezzi, trasformando in spazzatura la nostra ricetta e costringendo, poi, chi entrerà in quella cucina a pulire e a provare a rimettere a posto. Credo che la metafora sia troppo semplice per dovertela spiegare ma ti faccio qualche esempio: la barbarie tra Israele e Palestina, che fa chiedere agli opinionisti da poltrona se sia o non sia definibile genocidio quanto sta accadendo o addirittura ci impone di “definire bambino”, come se l’orrore verso l’umanità abbia un’età in cui possa essere giustificato; l’eutanasia auto-somministratasi dalle gemelle Kessler, che ci fa domandare se sia più giusto amarsi l’un l’altro o amare la vita, indipendentemente da chi ci vive accanto e in che modo; il ricatto dei dazi, che fa schierare una parte della classe politica a favore di un Paese estero (“nostro alleato”, dicono) ma contro il nostro stesso organismo sovranazionale (l’UE) e un’altra a supporto della classe imprenditoriale italiana ma senza fatti concreti; il dissidio tra famiglia e società, che impone di allontanare i figli da chi ha scelto di vivere in un bosco ma continua a sopportare le condizioni igienico-sanitarie quantomeno discutibili dei tanti campi Rom sparsi sui nostri territori.

Quanto manca davvero affinché scoppi quella pentola di cui sopra? Spero non sia il 2026 a dircelo. Poiché, però, mi fido di te, ti chiedo un favore: regala al tuo erede, in queste festività, una parola, che oggi è così in disuso: comunità. In un mondo che ha sete di leadership, io penso infatti che ci sia bisogno di tornare a “pensarci insieme”. E mi auguro sia questa la trasformazione che ci riserverà l’anno che sta arrivando. 

E, sì, lo sappiamo che la colpa non è tua ma nostra e che quelli complicati siamo noi ma aiutaci a lavorare, perché “il nuovo anno tra un anno passerà” (come dice una celebre canzone)… ma noi vorremmo esserci ancora, magari più buoni, più onesti con noi stessi e più giusti.

E, come si dice dalle mie parti, “buona fine e buon principio”.
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di Antonio Puzzi