Pizza e Pasta italiana
La rivista nata nel 1989, è la più conosciuta al mondo nel settore specifico e più generalmente nel settore Ristorazione con pizza e Ristorazione classica. Oltre 25 anni di editoria specializzata per operatori del settore. Sfoglia la rivista online: tutto quello che succede nel mondo pizza, e non solo, viene riportato con precisi reportage, rubriche e redazionali.
Editoriale del Mese
Sapete una cosa?
Preferivo quando d’estate si parlava (solo) di scontrini “pazzi”. Per carità, non che quest’anno non ci sia stata la solita pubblicazione sui social dei prezzi tutt’altro che calmierati nei luoghi tradizionali della villeggiatura all’italiana. E, di certo, essa è stata altresì combinata con la nuova e, allo stesso tempo, antichissima polemica per scovare la colpa del presunto (in quanto solo i dati a fine anno potranno dircelo) calo delle presenze.
Nonostante questo, però, l’estate del mondo pizza ha avuto ben altri gossip di cui nutrirsi, in quanto – per dovere di cronaca e pruriginosa curiosità – siamo stati “costretti” a passare da una pagina Facebook all’altra per leggere accuse reciproche di ingratitudine, minacce di azioni legali, screenshot di messaggi (che, al cospetto, la storia di Raoul Bova è un romanzo Harmony), bullismo digitale e pareri tecnici su regolamenti e normative. Insomma, per qualche istante ho sperato che questa storia arrivasse alle orecchie di Bruno Vespa per vedere uno speciale in prima serata di “Porta a Porta” sulla “saga della Pizza di Mezzo”, come qualcuno prima di me l’ha soprannominata. Se non sapete di cosa sto parlando (ma ne dubito), tanto meglio per voi: saltate pure il mio editoriale e andate alla pagina successiva.
Il discorso è che questo dissing, nato per un dichiarato “errore di battitura” di una celebre Guida, ha sollevato un polverone, divenendo l’occasione per far tornare la più inutile delle domande: “Che senso hanno le guide e le classifiche gastronomiche?”. Credo sia inutile ripetere a voi, professionisti del settore, che una Guida non è la Bibbia e che, quindi, può fare errori ma soprattutto può avere dei risultati che non condividiamo. E, allora, perché si realizzano le Guide? Per intercettare chi la pensa come noi, per creare una comunità che si riconosce intorno a dei principi e, nel contempo, tenere fuori tutti gli altri. È giusto? È sbagliato? Chi può dirlo? Solo il mercato. Quello delle guide, certo, ma anche quello degli operatori. Personalmente, resto convinto che non esiste la pizza (o la pizzeria) migliore del mondo ma esistono (uno, nessuno, centomila) artigiani e imprenditori che hanno scelto di vivere felicemente questo mestiere che si porta sulle spalle secoli di storia. Vi rigiro, allora, la domanda: “Che senso ha criticare le Guide? Che senso ha sparare sulla critica gastronomica?”. Ogni volta che vedo qualche bravo artigiano o imprenditore farlo, puntualmente, qualche ora dopo o qualche giorno dopo, leggo suoi post o commenti che inneggiano a qualche guida, a qualche giornalista o a qualche rivista diversa da quella appena criticata. E, allora, lasciate fare a ognuno il proprio lavoro. Noi, ad esempio, questo mese parliamo di qualcosa di straordinariamente ordinario: la sostenibilità. Scoprite con noi quanta bellezza c’è in questo “mondo green”.
Buona lettura!

di Antonio Puzzi
Selezione
Un prezioso condensato di oltre 30 anni di esperienza, ricerca e confronti sui temi a noi più cari: Pizza, Pasta, Enogastronomia e Cultura.
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